Cos’è la cosa più importante quando vuoi lavorare nella formazione? Soprattutto quando non hai bilanci depositati e quindi situazioni finanziarie trasparenti da presentare?
Una sola parola: credibilità, intimamente connessa con la tua reputazione. Vendi quelle, prima di qualsiasi corso. Credibilità e buona reputazione, si cementificano grazie alla coerenza comunicativa e cognitiva.
Quando questa inizia a mancare, tutto inizia a sgretolarsi. Altro che “bene o male purché se ne parli”, intonato dai consueti wannabe della comunicazione. La dissonanza cognitiva smossa dall’incoerenza manifesta è un blaster devastante anche per le reputazioni più granitiche. Vedi anche il caso Ferragni: se vieni beccato a mentire e sconfessare i valori che hai professato per anni, il tracollo è rapido ed immediato.
Ora, è innegabile che Fufflix sia oramai un punto di riferimento. Anzi, per dirla alla guresca maniera, il punto di riferimento italiano per il monitoraggio degli infoprodotti e, in generale, dei sistemi di guadagno. E che non ha dovuto investire un centesimo per dirsi da solo ciò che oggi è evidente e ripetuto/riconosciuto da numerose fonti (da Rai a Mediaset, passando per giornali e radio nazionali) che non sono state pagate per riferirlo.
Oggi rappresentiamo perfettamente il detto attribuito al Mahatma Gandhi: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”.
Ora che il contrasto alla cosiddetta “fuffa” è divenuto mainstream, noi che ce ne occupiamo da ben prima che divenisse un trend da inseguire, stiamo godendo del vantaggio competitivo (e di posizionamento) costruito negli anni di duro e costante lavoro.
Questo perché siamo stati quelli che in gergo si definiscono “first mover” e, mi permetto di dirlo senza falsa modestia, probabilmente ci siamo mossi bene, con professionalità e appunto massima coerenza. Rinunciando anche a denaro facile, ottenibile con alcune iniziative magari borderline.
Se domani tradissimo questa coerenza, iniziando a dare messaggi contradditori (e moralisti/opportunisti), di sicuro la forza del brand ne risentirebbe e sarebbe difficilissimo recuperare strada e credibilità.
IL BAN DALLA PAGINA DI BIG LUCA
L’altro giorno, dietro segnalazione di un video veramente non sense di Big Luca, ho scoperto di essere stato bannato dalla sua pagina fan principale. Senza aver commentato, per altro. Senza interagire abitualmente ed arrecare eventualmente alcun “disturbo”. Ban, non vedo più nulla. Idem per la pagina di “Corsi.it”, meritatamente finiti più volte su Fufflix sia per alcuni dei corsi proposti che per i modi con i quali provano a venderli. Loro in particolare, devo dire, da sempre chiusi ad ogni tipo di confronto.
Eppure, queste mosse, come anche un principiante della comunicazione dovrebbe comprendere, conferiscono un enorme potere al bannato/censurato. Lo posizionano come leader incontrastabile, dal quale al massimo si può fuggire a gambe levate. Sperando di limitare i danni.
Di fatto è come dire: “Sei impossibile da affrontare come nemico e/o competitor; quindi, fuggo perché già so che in caso di confronto il KO tecnico sarebbe non solo immediato, ma inevitabile. Certo".
IL DOPPIO ERRORE STRATEGICO
Eppure, paradossalmente, così facendo sto comunque consegnando un’evidente resa. Anche perché, il ban online, è del tutto inutile: serve solo a farti sapere che ti temono, non certo ad impedirti di vedere e commentare i loro contenuti.
Anzi, è un doppio errore strategico, perché a quel punto tu sei costretto a commentare lontano dalla pagina social che ti ha bannato, dove comunque gli amministratori hanno un controllo in tempo reale degli interventi. E lo fai altrove, ad esempio qui, dove per altro a nessuno è (ovviamente) impedito l’intervento (gli ultimi sono stati Luca Valori e Stefano Versace, che ho accolto con piacere).
E quindi: il ban di Big Luca e Corsi.it è l’ennesimo assist di chi, soprattutto nel caso del primo, vorrebbe poi insegnarvi come ci si posiziona come “leader di un settore”.
Guardate i numeri di un video virale (devo dire, anche pieno di argomentazioni lucide e condivisibili) di De Stefani come il “diventa ricco in sei passi” (oggi riproposto sulla pagina dove sono bannato, con risultati risibili).
In quel momento Big era al suo apice, totalizzando mezzo milione di visite, oltre 700 commenti e 15.000 like. Immagino organicamente. In quel momento, da leader vero di mercato, con il sottoscritto interagiva anche durante le mie domande in live, era sicuro, spavaldo; convinto di non dover temere nessuno.
Dopo l’ospitata al Cerbero di appena un anno fa, godendo di uno spazio senza un contradditorio esperto dei suoi temi, De Stefani ha dato l’ultimo colpo di coda prima del tracollo, che lo ha portato poi a finire (a causa di “Scuola Per Ricchi”, cosa sfuggita a molti) addirittura in prima serata su Mediaset, non certo per essere ben presentato.
A Tutto quanto sin qui analizzato, alla crisi bigluchiana, si aggiungono gli addi dei suoi ultimi due venditori storici e “coach ufficiali” come Manuel De Carolis ed Edoardo Baldini che, proprio di recente, hanno lasciato la società.
CORSI.IT PROVA A SFRUTTARE IL TREND
Tornando a corsi.it, di cui pure si trovano diverse testimonianze non edificanti su ciò che viene venduto e su come viene venduto dai loro commerciali, come potete vedere nell’immagine sotto, oltre al ban di chi vi scrive si assiste ad un maldestro tentativo di trend surfing
Si parla proprio di “fuffaguru del business online”, inserendo poi tre nomi (con sagome scontornate in maniea imperfetta) di sicuro altisonanti e validi. Un tentativo di accreditarsi aggrappandosi alla buona reputazione altrui, escludendo però da ogni dibattito chi su questi temi è arrivato per primo e come abbiamo visto/detto è riconosciuto come esperto.
Insomma: un ottimo assist per l’ennesimo goal facile, fornito da chi poi dovrebbe insegnarvi come evitare proprio questo genere di dinamiche.